mercoledì 16 ottobre 2013

"Cosa faresti al posto mio se ogni pensiero fossi io?"

Caro e,
Oggi fuori piove, sembra non smettere più, tuoni e lampi a non finire.
Sai, questo un po' mi consola; mi consola sapere che anche il cielo, a volte, ha bisogno di urlare.
Tutti dovremmo urlare quello che non va, tutti. Perché tenersi dentro le cose, non serve proprio a niente.
Mi ricordo che quand'ero piccola avevo fretta a tavola, volevo sempre essere la prima a finire. Mia nonna mi rimproverava continuamente "Andiamo su, finiscila, ingurgitare le cose non serve a niente, arrivano intere nello stomaco e poi stai male".
E aveva ragione, non riesco nemmeno a tenere il conto di tutti i mal di pancia che avevo.
Ancora oggi mi ci ritrovo tanto in quelle parole.
Io mando giù sempre tutto, senza ragionare sulle cose, senza perderci troppo tempo, le ingurgito e continuo a vivere come se niente fosse; e all'inizio va tutto bene, solo che, con il passare del tempo i ricordi risalgono su, come fossero singhiozzi, e fanno male, fanno tanto male.
Dovrei imparare a "masticare" a parlarne, a pensare un po' di più prima di agire, perché tenersi le cose dentro non è la soluzione, non lo è mai stata e mai lo sarà.
Perché a tenersele dentro le cose si rischia di morire, di annegare, di soffrire.
Fuori ha appena smesso di piovere, c'è tanto silenzio.
Il cielo si sta aprendo, e le nuvole nere non fanno più così paura. Il sole si intravede delle montagne. Il temporale è finito, ed ha portato via con se tutta la tristezza che riempiva il cielo.
La tempesta è finita, e io? Io quando mi deciderò e far uscire la mia di tempesta? Quando mi deciderò a far piovere via il mio passato? E soprattutto quando troverò la mia "quiete dopo la tempesta"?
QUANDO?
-S